Quando si parla di rischi associati ad alimentazione e stili di vita di solito si pone l’accento su pesticidi, conservanti ed additivi, OGM, nutrienti particolari considerati pericolosi, tecniche di raffinazione e così via. Purtroppo ci si dimentica spesso di quelli che sono i più importanti fattori di rischio, sovrappeso e obesità, frutto in genere di errori d’alimentazione; elementi su quali l’attenzione fatica a soffermarsi. Ma è uno sbaglio, vediamo perché.
Un vecchio detto recita “Omo de panza, omo de sostanza“, testimoniando come nel passato sovrappeso e obesità, in una popolazione che a stento riusciva a trovare di che mangiare per sopravvivere, fossero dei veri e propri simboli di una condizione agiata, al riparo da carestie e imprevisti: “Dove il grasso si sfina, il fino si spezza” recitava un altro proverbio d’epoca.
Fortunatamente per noi, nel mondo occidentale i tempi delle vacche magre, delle carestie e della fame sono soltanto un ricordo dei più anziani. Il problema non è più mettere insieme il pranzo con la cena — roba da sciuri, concedersi due pasti completi al giorno — ma salvarsi da quegli errori, nell’alimentazione quotidiana, che possono portarci ad un significativo aumento di peso.
In un articolo precedente abbiamo visto come quando si parla di rischio alimentare sia difficile orientarsi, visti i numeri e gli ordini di grandezza coinvolti. Si finisce per sosvrastimare in maniera drammatica il pericolo rappresentato da residui, contaminanti, additivi e OGM, sottostimando invece quelli che sono i fattori più importanti: sovrappeso e obesità.
Ricordiamo che si definiscono sovrappeso quei soggetti il cui Indice di Massa Corporea (il rapporto tra peso e statura al quadrato, in pratica il peso al metro quadro) è compreso tra 25 e 30, mentre sono definiti obesi quei soggetti il cui Indice di Massa Corporea è superiore a 30. Si tratta di un indice con molti limiti, specie su soggetti atletici, ma per la popolazione meno attiva ha ancora una sua utilità.
Sovrappeso e obesità: la diffusione
Sovrappeso ed obesità sono in costante aumento, in tutto il mondo, in particolar modo negli ultimi quaranta anni. Il problema è grave sia nei paesi del ricco occidente industrializzato, sia nei paesi in via di sviluppo.
In Italia, secondo i dati più recenti, oltre il 35% della popolazione adulta è in sovrappeso e circa il 10% è obeso. Esiste una notevole differenza tra le regioni del nord, con valori più bassi, in particolar modo Trentino e Valle d’Aosta, e quelle del sud, dove si raggiungono valori molto elevati, specie in Campania, Abruzzo, Puglia, Molise e Sicilia.
Il problema è grave anche tra i bambini: circa il 20% sono sovrappeso, mentre gli obesi sono intorno al 10%. La situazione è peggiore al sud, con punte molto elevate in Molise, Campania e Calabria, regioni dove il totale della popolazione giovanile sovrappeso e obesa è superiore al 40%.
Si tratta di percentuali rilevanti che, nonostante un lieve miglioramento negli ultimi anni, in particolar modo per quanto riguarda bambini e ragazzi, rimangono sempre preoccupanti e fanno presagire uno scenario futuro gravido di problemi. [1, 2, 3]
Sovrappeso e obesità: la mortalità
La WHO (World Health Organization) considera obesità e sovrappeso come uno tra i 10 principali fattori di rischio per la salute e valuta che siano tra le cause di oltre l’80% dei casi di diabete di tipo II, del 55% dei casi di ipertensione, del 33 % delle malattie ischemiche. Ogni anno a causa di sovrappeso ed obesità si stima muoiano oltre un milione di persone con oltre dodici milioni di anni di vita complessivi spesi in condizioni di cattiva salute. Una catastrofe planetaria.
I dati disponibili in Italia evidenziano come l’obesità rappresenti un fattore di rischio maggiore tra le donne e porti ad una mortalità precoce tra gli uomini. Obesità e sovrappeso non sono soltanto cause dirette ma spesso aggravano condizioni e patologie diverse (comorbidità) come le malattie respiratorie. Fanno eccezione, in controtendenza rispetto alla letteratura scientifica disponibile, le malattie tumorali: una possibile spiegazione è che l’obesità grave comporta una mortalità precoce correlata a malattie non neoplastiche che sono invece caratteristiche dell’età avanzata.
La letteratura scientifica è ricca di studi e revisioni che evidenziano senza mezzi termini come sovrappeso ed obesità, soprattutto quando ad aumentare sia il grasso viscerale, siano un importante fattore di rischio per mortalità per tutte le cause, con un aumento del rischio di morte tra il 20 e il 40% a seconda dell’età del soggetto, del sesso e del grado di sovrappeso. Il rischio pare essere decisamente maggiore in soggetti giovani, sotto i 50 anni, e tra gli uomini rispetto alle donne. Si calcola che gli anni di vita persi a causa di un peso corporeo elevato possano andare da 2-3 in caso di sovrappeso fino a 8-9, in caso di obesità importante. Una riduzione dell’Indice di Massa Corporea al di sotto di 25 kg/m2 potrebbe risparmiare una morte prematura su cinque negli USA e una su sette in Europa.
Parlando di rischio si tratta di valori enormi, spaventosi, comparabili con quelli determinati dal fumo di sigaretta, ma la percezione del problema è molto minore, quasi assente se non nei casi di obesità più eclatanti. La pancetta, i fianchi abbondanti, sono vissuti spesso come problemi puramente estetici, ma l’impatto di un peso eccessivo attraversa lo specchio e arriva in profondità, dove può far male, molto male. [4, 5, 6 ,7 , 8, 9, 10, 11]
Sovrappeso e obesità: la controversia
In mezzo ad una mare di dati che danno indicazioni univoche e nettissime, ha suscitato scalpore una recente meta-analisi che indica come non si rilevi alcun aumento della mortalità per soggetti con obesità di primo grado — Indice di massa Corporea compreso tra 30 e 35 kg/m2 — e addirittura si osservi una leggera riduzione della mortalità per soggetti in sovrappeso rispetto a quelli con Indice di Massa Corporea nella norma. L’iniziale clamore è rapidamente rientrato quando si sono andati a considerare alcuni fattori importanti che possono aver determinato questo risultato inaspettato. La meta-analisi in esame si basa su studi epidemiologici e per questo è prona a distorsioni tipiche di questi lavori.
Uno dei fattori confondenti di cui è difficile correggere l’impatto è l’abitudine al fumo. I fumatori sono in genere sottopeso e sono un gruppo con mortalità molto elevate, quindi la loro presenza nel campione può aver decisamente alterato i risultati. Limitando l’analisi ai soli non fumatori sparisce ogni effetto protettivo del sovrappeso e risultano di nuovo evidenti i fattori di rischio associati.
Altro potenziale problema è la causalità inversa: un peso corporeo ridotto può essere determinato da una malattia o dallo sforzo di evitare una malattia e la riduzione del peso corporeo a causa dell’accumularsi di patologie è rilevante in soggetti anziani. L’esclusione di soggetti patologici dagli studi può correggere questa distorsione ma molte malattie che causano una perdita di peso possono rimanere non diagnosticate per anni e andare ad incidere sui risultati degli studi. In pratica non è il peso ridotto che causa maggior rischio ma le malattie associate, causa di mortalità, che portano ad un peso ridotto.
Una volta prese in considerazione questi fattori, i dati appaiono nuovamente confermare come anche il semplice sovrappeso sia un importante fattore di rischio e come sia assolutamente necessario,per godere di un buon stato di salute, mantenere un adeguato peso corporeo e un corretto stile di vita. [12, 13, 14]
Sovrappeso e obesità: qualche accorgimento
C’è chi si preoccupa ossessivamente di qualche parte per miliardo del contaminante del mese©®™ — la terribile sostanza la cui mortalità è provata da migliaia di post sul web — giungendo a escludere dalla propria dieta ogni alimento che possa contenerne minime frazioni, invocandone il bando immediato e il ritorno allo stile di vita naturale e felice di una volta. Ovviamente lo fa seduto al computer, dopo aver passato una giornata seduto in ufficio, e aver consumato tre pasti e due spuntini che sennò il metabolismo si inceppa. Il nostro amico, per quanto conscio, preoccupato e informato, è una decina di chili sovrappeso, ma “che vuoi farci, non c’è il tempo e sono sempre di fretta e poi sono le farine bianche e lo zucchero e i cibi moderni e i contaminanti” e così via. In realtà il nostro amico, per quanto illuminato, il nemico ce lo ha in casa, intorno ai fianchi, tra i visceri dell’addome, e il danno causato da questo grasso in eccesso, che non è semplice accumulo di materiale di riserva ma vero e proprio organo endocrino, è drammatico e può arrivare a rubargli, come abbiamo visto dai dati, fino a dieci anni di vita. La situazione è analoga a quella di chi si preoccupa per una crepa nel camino mentre stanno sgretolandosi le fondamenta della casa.
Cosa fare allora? Semplice, cercare di mantenere un peso corporeo adeguato per la propria corporatura. Potete usare l’Indice di Massa Corporea che, con tutti i suoi limiti, un’indicazione di base può comunque darvela: il valore del vostro peso in kg diviso il quadrato della vostra altezza in metri dovrebbe essere compreso tra 20 e 25. E se non ci siamo proprio? Se siamo a 28, o 32 o peggio ancora a 37, cosa dobbiamo fare?
Per non complicarsi particolarmente la vita, gli accorgimenti da avere, per ritrovare un peso accettabile sono davvero pochi:
- fate attenzione alle porzioni che consumate;
- seguite una dieta variata, con abbondante presenza di verdura e frutta, cereali integrali e legumi e giuste porzioni di pesce, carne, verdura e latticini;
- limitate i grassi aggiunti, prediligendo l’olio extravergine di oliva;
- cercate di fare regolare attività fisica, almeno trenta-quaranta minuti al giorno. La regolarità è decisamente più importante del volume.
Se avete bambini il vostro esempio è determinante. Se i bambini sono sovrappeso l’esempio diventa essenziale, così come l’attività fisica, che per i più piccoli dovrebbe essere di oltre sessanta minuti al giorno.
Se riuscirete a mantenere un buon peso corporeo avrete già notevolmente ridotto molteplici fattori di rischio, vi sentirete meglio e sarete anche più vitali e attivi. Allora potrete cominciare a preoccuparvia del contaminante del mese©®™, a ragion veduta, perché avrete sistemato le fondamenta, solide e resistenti.
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