Quanto alcol si può bere ogni giorno, senza problemi per la salute? La risposta, severa e sintetica, è ZERO: il rischio legato anche ad un consumo modesto è molto maggiore dei possibili benefici.
L’associazione tra alcol e salute è complessa e difficile da dipanare, visti i possibili effetti protettivi che un consumo moderato di bevande alcoliche pare avere verso certe patologie. A questo proposito ogni paese ha linee guida specifiche che indicano quanto alcol si può bere al giorno in modo da cogliere i potenziali benefici ma senza un aumento apprezzabile del rischio.
Vino, birra e altri alcolici sono parte integrante delle culture di ogni parte del mondo, pare proprio evidente che agli esseri umani piaccia moltissimo bere alcol. Un’abitudine che purtroppo ha un costo enorme, visto che il consumo di bevande alcoliche è una delle principali cause di morte e disabilità.
Non ci sono livelli sicuri per il consumo di alcol
Un recente studio pubblicato su The Lancet ha cercato di individuare la soglia minima di consumo giornaliero al di sotto della quale il rischio è trascurabile, con un’ampia eco sui media, per le severe conclusioni cui è giunto.
Il lavoro, No level of alcohol consumption improves health (potete leggerlo qui), ha preso in considerazione una mole impressionante di dati relativi al consumo di bevande alcoliche in 195 diverse aree del mondo insieme a 592 studi sui rischi legati al consumo di alcol.
I dati sono stati elaborati in modo da ottenere stime accurate delle quantità consumate, della distribuzione del consumo tra i bevitori calcolata in dosi giornaliere (una dose giornaliera corrisponde a 10 grammi di alcol etilico puro)e delle morti e dagli anni di disabilità imputabili al consumo di alcol. Il tutto per entrambi i sessi, in fasce di età di 5 anni, comprese tra i 15 e i 95 anni.
Sono stati utilizzati strumenti statistici molto sofisticati che hanno permesso di correggere i dati relativi alla vendita e al consumo di alcolici riducendo le distorsioni dovute a fattori confondenti di vario tipo. Inoltre è stata eseguita una nuova meta-analisi del rischio relativo associato a 23 diverse patologie ed è stato ideato un nuovo metodo per individuare la quantità di alcol che si può bere ogni giorno riducendo al minimo i rischi per la salute.
I risultati sono impressionanti. A livello mondiale l’alcol è il settimo fattore di rischio per mortalità e disabilità, responsabile di circa il 2,2% delle morti tra le donne e del 6,8% delle morti tra gli uomini. Il dato diventa ancora più drammatico se si considera la fascia di età tra i 15 e i 49 anni, per la quale l’alcol è il primo fattore di rischio con le morti che salgono al 3,8 tra le donne e al 12,2 tra gli uomini. Le cause di morte più spesso associate al consumo di alcol sono tubercolosi, incidenti stradali e suicidio sotto i 50 anni, mentre tra i 50 e i 95 anni causa di morte principale è il cancro , seguito da cirrosi epatica e ictus.
Il rischio relativo per tutte le patologie esaminate presenta una relazione lineare con il consumo di alcolici, con un aumento progressivo man mano che aumenta la quantità di alcol consumata. Soltanto per le malattie cardiovascolari si osserva un rischio minimo in corrispondenza del consumo di 8,6 grammi di alcol al giorno per gli uomini e di 8,2 per le donne. In tutti gli altri casi il rischio minimo corrisponde ad un consumo pari a zero.
Anche tenendo in considerazione il debole effetto protettivo per le patologie cardiache, l’unica maniera per ridurre al minino il rischio è di evitare qualsiasi consumo di alcol. Non esiste quindi una soglia sicura per il consumo di alcol, non esiste una quantità che si può bere al giorno senza rischi per la salute.
Gli autori concludono il loro lavoro sottolineando che l’opinione largamente diffusa che un moderato consumo di alcol possa far ben alla salute debba esser messa in discussione, cercando di ridurre progressivamente il consumo di alcolici, con particolare attenzione alle fasce d’età più giovani. Tra le proposte, tassazione delle bevande, maggior regolamentazione del mercato e riduzione della disponibilità, sopratutto per i giovani, in maniera analogo a quanto è stato fatto con il tabacco.
Alcol e salute: un rapporto difficile
L’alcol etilico è un veleno per il nostro organismo, un veleno che deve essere eliminato rapidamente, con un lavoro importante a carico di intestino, fegato e reni (qui tutti i dettagli sul metabolismo dell’alcol). L’alcol è anche un nutriente, con un apporto calorico per grammo di alcol di circa 7 kcal.
Le bevande alcoliche possono essere prodotte da qualsiasi materia prima che contenga zuccheri fermentabili: uva, mele, riso, orzo, patate. Quando si tratta di produrre alcolici la creatività umana non conosce limite, e le bevande alcoliche diventano anche un elemento centrale delle culture che le consumano: pensiamo al vino nei paesi mediterranei, alla birra nei paesi del nord, alla vodka russa o al saké giapponese. Il consumo di alcolici è così profondamente integrato nel tessuto sociale e culturale che è difficile valutarne in maniera oggettiva l’impatto sulla salute della popolazione.
Che un consumo eccessivo di alcol sia un problema non è certo scoperta di oggi: malattie del fegato e del pancreas, certe forme di tumore, epilessia, disfunzioni sessuali, demenza, ansia e depressione sono conseguenza diretta del consumo di alcolici. Altrettanto importanti i problemi indiretti dovuti a comportamenti associati a stati di intossicazione acuta: incidenti stradali, infortuni sul lavoro, episodi di violenza e comportamenti a rischio.
Nonostante i dati che documentano in maniera incontrovertibile gli effetti deleteri del consumo di alcol, con un impatto importante anche sul microbiota intestinale, si è continuato per anni ad aggrapparci ai risultati di alcuni lavori che mostrano come gli alcolici possano rappresentare un debole fattore protettivo nei confronti delle malattie cardiovascolari.
Il consumo di vino rosso , ad esempio, è stato più volte citato come possibile spiegazione per il paradosso francese, ossia la bassa incidenza di infarti nella popolazione del sud della Francia, nonostante una dieta ricchissima di grassi saturi: sarebbe proprio il costante ma moderato consumo di vino a contrastare il deleterio effetto dell’alimentazione. E il vino rosso è considerato uno dei cardini, in quantità moderate, della dieta mediterranea. Di volta in volta l’effetto protettivo è stato imputato all’alcol stesso, al resveratrolo o al complesso mix di fitonutrienti presenti nel vino: più probabile che sia l’azione sinergica dei vari componenti a determinarlo, sottolineando che è comunque associato al consumo di quantità davvero modeste di alcol.
Sulla base di queste osservazioni l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha indicato quanto alcol è possibile bere ogni giorno senza rischi, quantità espressa in unità alcoliche. Una unità alcolica è pari a circa 12 grammi di alcol etilico, la quantità che troviamo in:
- 330 ml,di birra con titolo del 5% vol;
- 125 ml di vino con titolo del 12% vol;
- 40 ml di liquori o distillati con titolo del 40% vol;
Secondo l’OMS un uomo non dovrebbe consumare più di 2-3 unità alcoliche al giorno, mentre per la donna si consiglia un consumo minore, 1-2 unità alcoliche/die. Ovviamente bambini ed adolescenti NON DEVONO consumare alcun tipo di bevanda alcolica. Indicazioni che, con piccole variazioni, sono stati riprese da agenzie, ministeri e governi di tutto il mondo.
In realtà, lo studio di The Lancet dimostra in maniera evidente che anche un consumo di questo tipo non è sicuro e che quella minima protezione che se ne potrebbe trarre per quanto riguarda le malattie cardiache è decisamente superata dall’aumentato rischio per uno stuolo di altre patologie.
In definitiva, per non incorrere in rischi si dovrebbe evitare di bere alcol. Ovvio che nessuno propone di tornare di nuovo al Proibizionismo, ma è importante che si promuova una campagna di informazione che non minimizzi i rischi connessi al consumo di alcolici, che evidenzi che non ci sono valori soglia sicuri e che soprattutto lavori sui più giovani, maggiormente esposti ai rischi causati da un consumo eccessivo.
Per noi amanti del buon vino non rimane che prendere con filosofia questi dati, scegliendo con cura cosa bere e quanto bere, alla ricerca del massimo piacere con il minor rischio possibile.