Mangiare è la base della sopravvivenza, un’attività attorno alla quale si sono sviluppate le culture umane, con infinite incrostazioni di usi e credenze spesso motivate, altre volte assolutamente arbitrarie e talvolta perfino pericolose.
Nel campo dell’alimentazione abbondano teorie, miti e ideologie che spesso hanno poca o nulla attinenza con la realtà; idee propugnate come verità per imporre condotte alimentari particolari, magari giustificate con concetti e termini pseudo-scientifici che però di scientifico hanno poco o niente. Purtroppo non tutti hanno la voglia, il tempo o i mezzi per approfondire questi argomenti che tuttavia hanno un’importanza notevole potendo determinare nei più ingenui o suggestionabili comportamenti dannosi o addirittura pericolosi.
Cibo buono, cibo cattivo
Un esempio particolarmente pericoloso, in grado di generare comportamenti alimentari francamente problematci, è legato alla moda sempre più diffusa di ividere i cibi in alimenti buoni, che fanno tanto bene, e alimenti cattivi, che invece fanno tanto, ma tanto male. In realtà ogni alimento è un insieme complesso di moltissime sostanze diverse, sostanze che interagiscono tra loro e con il nostro organismo, una volta consumate, in maniera diversa per ciascuno di noi. Spesso gli studi ci dicono che il nutriente x presente nel cibo y ha un potere protettivo nei confronti del cancro, ma la stessa sostanza che protegge dal cancro in piccole dosi se consumata in eccesso può avere effetti negativi su organi e funzioni in certe condizioni. Cavoli, broccoli e rape hanno un effetto anti cancro ma in individui con problemi di tiroide, vista la loro esplicità attività contro tale ghiandola, possono provocare un peggioramento della patologia. Latte e cereali sono tra i cibi più consumati e certamente occupano un posto importante nella maggior parte delle diete: tuttavia alcuni individui possono presentare forme di intolleranza più o meno pronunciata nei confronti di componenti che per la gran massa delle persone sono invece importanti nutrienti. Quindi non bisogna parlare di nutrienti o di cibi in astratto ma sempre facendo riferimento a chi li consuma e al contesto in cui vengono consumati.
No! La frutta a fine pasto no!
Un altro mito assai diffuso è quello che ci consiglia di consumare frutta esclusivamente lontona dai pasti: la frutta consumata a pranzo o a cena causerebbe, si dice, terribili fermentazioni, gonfiore, difficoltà digestive, e formazione di pericolose sostanze putrescenti nell’intestino. La tradizione della frutta a fine pasto ha origini millenarie e per un buon motivo. La frutta, specie quella acidula, aiuta la digestione, favorisce l’assorbimento di numerose sostanze e impedisce la formazione di pericolose sostanze nocive grazie all’azione anti-ossidante dei composti presenti: mangiare frutta ai pasti non solo non è dannoso ma al contrario ha tutta una serie di effetti positivi. Alcuni individui, spesso con flara batterica alterata, potrebbero avere problemi: in questi casi, e solo in questi, è giustificato allontanare il consumo di frutta dai pasti.
Dieta dissociata
Infine uno dei miti più più assurdi è quello che indica alimenti incompatibili tra loro e richiede di dissociarli per una miglior digestione e per il dimagrimento. Di dissociato qui c’è soltanto chi ha proposto soluzioni del genere. Ogni cibo contiene centinia di sostanze diverse. Una fetta di carne contiene oltre alle proteine anche grassi, vitamine e sali minerali mentre pane e paste oltre che da zuccheri sono composti anche da proteine. Non è quindi possibile isolare i nutrienti per pasti a base di sole proteine o di soli carboidrati (a meno che non vogliate consumare fantastiche barrette che hanno tutto il sapore e il gusto di un pezzo di truciolato). Il nostro apparato digerente è perfettamente in grado di digerire e assorbire pasti misti, anzi consumare un pasto vario non soltanto aiuta per quel che riguarda l’umore, pensiamo ai sapori ai colori e agli odori diversi, ma determina anche un maggior senso di sazietà e assicura anche un più ricco contributo di nutrienti vari che meglio soddisfano le nostre esigenze nutritive, evitando al contempo l’accumulo di eventuali sostanze anti-nutrienti, presenti in piccolissime percentuali in ogni alimento.
In definitiva diete monotone e basate su un pochi cibi ci espongono a rischi molteplici, dalla carenza alimentare alla sovraesposizione a sostanze potenzialmente pericolose. Anche in questo caso la nostra guida più preziosa deve essere il buon senso che ci impedisca di consumare doppioni in un singolo pasto: se mangio pasta eviterò le patate, se mangio carne non consumerò poi ricchi piatti di pesce o formaggio. Altrimenti il nostro piatto è bene che sia vario, colorato, con le giuste quantità di diversi alimenti perchè in definitiva la salute vien mangiando, cibi giusti e in quantità adeguate, e non seguendo miti e leggende privi di ogni fondamento.